La ricerca delle sorgenti
Arti performative tradizionali dell’India
ANTEPRIMA REGIONALE
San Cesario di Lecce – partenza da p.zza Garibaldi arrivo in Distilleria, ore 21
Parata e spettacolo di musica, teatro, danza della compagnia indiana Milòn Mèla, diretta da Abani Biswas che da decenni conduce una profonda ricerca sulle tecniche performative e le antiche discipline indiane. Un crescendo di ritmi, colori, emozioni, acrobazie, una celebrazione all’aria aperta di grande attrazione in tutte le sue forme. Il drammatico assolo dei nagra giganteschi tamburi e i toni vibranti dello shehnai (piffero), danno il via alla parata: in testa i musicisti Baul, seguiti dai bastoni ruotanti dei Kalaripayattu e dalle danze acrobatiche dei Chau e dei Gotipua.
La Ricerca delle Sorgenti è un progetto teatrale attivo da oltre 25 anni in India ed in Europa che propone eventi teatrali e laboratori in collaborazione con artisti e maestri di antiche discipline dell’India.
Propone le seguenti attività:
• Spettacoli e Parate che presentano a un vasto pubblico tecniche performative tradizionali di grande effetto e maestria dando luce agli aspetti più antichi ed originali propri di ogni disciplina e che oggi vanno scomparendo.
• Attività di laboratorio volta ad un pubblico di professionisti, studenti e appassionati di arti performative presso Istituti e Università, con gruppi teatrali e terapeutici.
Il progetto ha un proprio centro di lavoro, Theatre House (Santiniketan-West Bengal), dove dal 1990 si svolgono sessioni di lavoro e laboratori.
Milòn Mèla (La Festa degli Incontri) è un gruppo di artisti e maestri provenienti da cinque comunità artistiche di diverse regioni dell’India, diretto da Abani Biswas:
– Musicisti e cantori Baul del West Bengal
– Maestri dell’arte marziale Kalaripayattu (Kerala)
– Danzatori Chhau della Purulia (Jharkhand)
– Danzatori Gotipua (Orissa)
– Maestro Hatha Yoga (West Bengal)
LE DISCIPLINE E GLI ARTISTI
Abani Biswas, guida silenziosa e presente che conduce, dirige e segue l’evoluzione della costruzione dello spettacolo; punto di riferimento e maestro per ogni componente della compagnia.
Il suo interesse per il teatro nasce dall’esperienza al Living Theatre di Kolkata (di cui fu fondatore nel 1973 insieme ad un gruppo di giovani artisti), grazie alla quale parteciperà poi al progetto multiculturale del Teatro delle Sorgenti diretto dal regista polacco Jerzy Grotowski dal 1979 al 1983. Questo costituirà per lui la prova più significativa, sia a livello personale che professionale che lo ispirerà a creare nel 1986 il progetto “La Ricerca delle Sorgenti – Milòn Mèla” con il quale da oltre 25 anni partecipa a Festival, rassegne ed eventi in Europa e in India. Nel corso degli anni ha instaurato uno stabile rapporto di collaborazione con le seguenti istituzioni: Centro Teatro Ateneo, Università di Roma “La Sapienza”, Prof. Ferruccio Marotti e Prof.ssa Valentina Valentini, “Grotowski Institute” Wroclaw-Polonia, Stefa Gardecka, Wolkerkundemuseum der Universitat Zurich, Dr.Andreas Isler.
I Baul del Bengala. I Baul del Bengala: rappresentanti della tradizione musicale folk del Bengala, area nella quale vivono e vagano.
La loro è una tradizione totalmente orale, che si trasmette da maestro a discepolo attraverso i canti. Credono nell’unità del divino; per loro i differenti nomi con cui le varie tradizioni identificano Dio sono attributi della stessa identità; l’uomo del cuore, il moner manush, la cui ricerca fa di loro dei “folli”. I Baul hanno ricevuto una notevole influenza dal Sufismo, individuabile nell’utilizzo del canto, della danza, dell’importanza del Guru e dell’ eterodossia come veicolo della Sadhana, pratica spirituale e percorso da seguire per potersi riunire con l’uomo del cuore.Suonano strumenti tipici a corde e percussioni (Dotara, l’Ananda Lahari a due corde, Srikhol percussione a due membrane, Dupki a una membrana, cimbali, Komok e Ektara a una corda) con un ritmo che vuole risvegliare la piena energia.
Kalaripayattu, di origine millenaria, è una disciplina vedica autoctona del sud dell’India considerata la madre delle arti marziali del sud est asiatico.
Il suo aspetto performativo la avvicina al teatro e alla danza. I combattimenti a mani nude, con bastoni, spade, e scudi rimandano a momenti di forte tensione drammatica. La pratica è sempre preceduta dal Guruvandhanam, le forme di saluto al cielo, alla terra , al proprio Guru e al Dio Ganesha; diverse serie di movimenti (il primo sempre di difesa) coprono le quattro direzioni dei punti cardinali. Oltre ad essere una valida tecnica di difesa/attacco è anche un’arte terapeutica che, tramite la conoscenza dei Marma, ossia i 108 punti vitali del corpo umano, è capace di
curare e rivitalizzare il sistema biologico. La performance di conclude con la Danze del Fuoco, che unisce la forza e l’impeto dell’origine marziale all’eleganza e alla leggerezza dei movimenti, il fuoco qui è protagonista della scena, riempie lo spazio, lo avvolge e crea coreografie luminose di grande suggestione.
La Danza Chhau è un’antica danza sacra della Purulia (Jharkhand).
Ancora oggi viene praticata dalle popolazioni tribali contadine che, danzando invocano il Dio Shiva per le piogge e il buon raccolto. La grande energia, la cinetica del movimento, le capriole ed i salti mortali sono le caratteristiche del Chhau. Il suo repertorio, è ricco di storie prese dai Purana, dal Mahabharatha e dal Ramayana, poemi epici indiani. I danzatori indossano bellissime maschere (pesanti fino a 4 kg) raffiguranti le divinità induiste, i demoni e gli spiriti tribali. Due grandi tamburi, il Nagra a una membrana ed il Dhol a due membrane, scandiscono i passi ed il ritmo della danza mentre l’azione drammatica è introdotta dallo Shanai (piffero). Le storie rappresentate provengono dai testi sacri induisti: il Mahabharattha, i Purana.
La Danza Gotipua originaria dell’Orissa è una forma espressiva di teatro –danza estremamente raffinata e armoniosa.
Considerata una delle più antiche forme di danza dell’India, la sua origine risale alla tradizione delle Devadasi , danzatrici dei templi e devote al Dio Jagannath ed è stata tramandata da una vasta rete di scuole tradizionali dove si vive e si studia fin dalla più tenera età. E’ una combinazione spettacolare di danza, musica e rituali. I mudra (linguaggio gestuale), le espressioni facciali e posizioni dello Yoga rimandano alle storie epiche indù ispirate alla vita di Radha e Krishna. I danzatori sono giovani ragazzi con volti dipinti, adornamenti ed elaborati costumi femminili dai colori accesi. Gli strumenti utilizzati per accompagnare questa danza sono il Pakhwaj, il Gini (piccoli cimbali), l’Harmonium e una voce (quella del loro Guru) che intona canti devozionali del Mahabharata e del Ramayana.
L’Hatha Yoga, si basa su Asana, posizioni rivolte al beneficio fisico e mentale e su tecniche di respirazione (Pranayama) per regolarizzare la nostra respirazione normale e per potenziare l’energia vitale. Viswajit Giri, è un monaco Tantra del Nord Est dell’India, ha ricevuto l’insegnamento dal proprio nonno materno, come vuole la tradizione e fa parte della corrente induista che venera sia la Sakti/Prakrti (energia femminile) sia il dio Shiva (essere originario).
Ore 20 visita guidata nella Distilleria
Ore 21 laboratorio per bambini durante lo spettacolo
Ingresso libero