Danzatore, attore, coreografo e insegnante di danza
Durante un’intervista che ho fatto di recente ho dovuto pensare in maniera approfondita a che cosa sia la danza:che cosa significa per me? Nella risposta ho dovuto pensare al mio viaggio e mi sono reso conto che tutto è legato ad uno scopo e che ogni giorno presenta una nuova sfida da affrontare: è attraverso la danza che cerco di dare un senso al mondo.
Stiamo attraversando tragedie inimmaginabili, in un tempo che si potrebbe meglio definire come era postumana. Ora più che mai dobbiamo danzare con uno scopo, per ricordare al mondo che l’umanità esiste ancora.
Volontà ed empatia devono prevalere su anni e anni di un panorama virtuale innegabile di dissoluzione, che ha generato una catarsi del dolore universale, per superare la tristezza, la dura realtà che continua a pervadere la vita di fronte alla morte, al rifiuto, alla povertà. La nostra danza deve ora più che mai dare un segnale forte, ai leader del mondo e a coloro che hanno il compito di salvaguardare e migliorare le condizioni umane, il segnale che siamo un esercito di pensatori furiosi, e che il nostro scopo è cambiare il mondo un passo alla volta. La danza è libertà, e attraverso la nostra libertà trovata, dobbiamo liberare gli altri dalle trappole che si affrontano in ogni angolo del mondo. La danza non è politica, ma diventa politica perché porta nelle sue fibre la connessione umana e per questo risponde alle circostanze, nel suo tentativo di restituire dignità umana.
Mentre danziamo con i nostri corpi, saltando nello spazio, mischiandoci, diventiamo una forza in movimento che intreccia i cuori, tocca le anime e guarisce, una forza che è disperatamente necessaria. E la determinazione diventa un’idra con un’unica testa, invincibile e indivisibile.
Tutto ciò di cui abbiamo bisogno ora è danzare ancora di più !!!!
(Traduzione italiana a cura di Roberta Quarta per il Centro Italiano dell’International Theatre Institute)
Credit Foto Alon Skuy