“Aveva un occhio poco adatto alla vita di città”. Così Italo Calvino descrive il protagonista, stralunato e malinconico, del suo romanzo Marcovaldo, pubblicato da Einaudi nel 1963 e ormai divenuto un classico nella letteratura per ragazzi.
E intorno alla vita di Marcovaldo e della sua famiglia ruota il nuovo spettacolo di Astràgali Teatro Le stagioni in città.
Con quattro figli pestiferi e un lavoro in fabbrica, Marcovaldo è un bambino cresciuto che mal si adatta all’immediato orizzonte di una città fattadi “cemento e asfalto”. Sulla sua bicicletta a motore e “il naso per aria”cerca disperatamente di recuperare un rapporto con la natura, mettendo inatto maldestre strategie per trovare angoli di paradiso naturale tra le stradedella metropoli.
Marcovaldo, per Calvino, nasce dalla sfida di utilizzare laforma del racconto breve per affrontare temi importanti, come il delicato passaggio dalla società contadina a quella industriale e il nostro rapporto, spesso difficile, con la natura.
Allo stesso modo lamessa in scena di Astràgali Teatro, per la regia di Fabio Tolledi, attraverso episodi chesi rincorrono uno dopo l’altro, come una striscia a fumetti o un esilaranteslapstick, restituisce tutta la limpidezza di questo romanzo straordinario,non rinunciando, al contempo, ad una riflessione critica sulla società deiconsumi.
Insieme ad Astràgali il viaggio in città di Marcovaldo si trasforma in un percorso singolare dove anche le cose più banali e normaliassumono una piega bizzarra e inaspettata. Ecco allora che uno sbuffo di vento o la luce al neon di un’insegna pubblicitaria divengono espedienti di un modo non scontato e forse più profondo di guardare al mondo.
L’ingenuità di Marcovaldo, bambino cresciuto e perennemente fuori luogo, è la sua capacità di resistere nonostante tutto, nel disperato tentativo di recuperare un rapporto con una natura meravigliosa e forse irrimediabilmente perduta.