Dal 14 ottobre al 14 dicembre 2022 riprendono gli appuntamenti della rassegna “Teatri a Sud“, ideata e promossa dalla compagnia Astràgali Teatro con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Puglia. Le sale della Distilleria De Giorgi di San Cesario di Lecce accoglieranno un programma di spettacoli per adulti e per famiglie. Tra gli ospiti realtà pugliesi (Rebel Circus, Therasia, Teatro Le Forche, Diaghilev, Teatro Le Giravolte, Terrammare, Anna Cinzia Villani) e compagnie del Sud Italia (Insana di Catania, Porta Cenere di Cosenza, Mana Chuma Teatro di Reggio Calabria) che proporrano un viaggio nel nuovo teatro italiano tra prosa e sperimentazione, narrazione e acrobazie, storie per i più piccoli e musica.
Si parte venerdì 14 ottobre (ore 20:30 – ingresso 5 euro) con “Ragione e passione“, spettacolo di acrobatica aerea e teatro danza di Rebel Circus. La ragione e la passione sono, infatti, gli elementi che hanno ispirato Elena Cibin nella sua nuova creazione. Colpita da una poesia di Kahil Gibran, ha deciso di dare inizio al nuovo spettacolo, unendo, con l’aiuto di Rita Petrone, teatro danza e acrobatica aerea, portando in scena sia la poesia in sé che un po’ della sua anima. Sofia è una bizzarra donna che vive in un mondo tutto suo dibattendosi tra la ragione e la passione. La ragione la spinge a rimanere incollata alla sua amata piantina e alle sue piccole ossessioni, la passione invece, la porta ad abbandonarsi ai suoi desideri nascosti di spensieratezza e gioco e danza. Sofia condurrà il pubblico nel suo mondo regalando momenti di allegria e spensieratezza, ma anche di riflessione. Uno spettacolo che alterna momenti comici e poetici, capace di catturare gli spettatori di tutte le età e condurli, con leggerezza, ad essere partecipi del conflitto interiore di Sofia tra ragione e passione.
Venerdì 21 ottobre (ore 20:30 – ingresso 5 euro) la Compagnia Insana di Catania approda alla Distilleria De Giorgi con il nuovo spettacolo “Cinque stanze per Stefano d’Arrigo“. Il regista Dario Tomasello in scena con Mariarita Andronaco, Federica Giglia, Aurora Grasso, Lorena Pagano propone uno scandaglio performativo della mente vulcanica di uno dei più grandi scrittori del ‘900, secondo George Steiner. Tra commedia e psicodramma, ci si muove nello “Stretto” perché cimentarsi con tale impresa significa appunto concentrarsi, di là da ogni calembour, con le forche caudine di una lingua e di uno stile estremamente impervi. Una lingua e uno stile che nel mare trovano la scaturigine più immediata. È così, infatti, che Walter Pedullà ha inquadrato la questione: «Lo Stretto è un fiume che, pieno di cadaveri di marinai, sembra l’Acheronte ma la fessura fra Scilla e Cariddi simboleggia quella da cui nasce l’uomo. Nel mare si nasce e si muore, siamo quasi solo acqua. Secondo Savinio, la parola ebraica «maru» significa deserto e morte, ma anche madre e mare, acqua in cui si annega e che è pure liquido amniotico. Si son dati convegno tutte le lingue e tutti i miti del Mediterraneo in Horcynus Orca, che racconta splendori e misteri, epica ed epicedio, sapori e saperi dell’insondabile elemento che abbraccia l’Isola, nonché la Penisola, insomma la Terra».
Domenica 23 ottobre (ore 17:30 – ingresso 3 euro) primo appuntamento dedicato agli spettatori più piccoli e alle famiglie. Il Teatro Le Forche mette in scena “Pollicino” con Giorgio Consoli, Erika Grillo, Salvatore Laghezza, Vito Latorre con adattamento e regia di Giancarlo Luce. La fiaba di Pollicino affascina da sempre i bambini, è una meravigliosa storia che facilita il superamento delle paure e che determina una iniezione di forza e fiducia in sé e nel futuro della propria vita. Nel dipanarsi della fiaba oltre alla presenza di personaggi familiari (padre, madre e fratelli), che costituiscono il primo nucleo culturale del bambino, compaiono personaggi fantastici che incarnano le paure ancestrali di quest’ultimo (orco, moglie dell’orco e orchessine) come fossero l’altra faccia della famiglia, l’aspetto negativo della stessa, di cui ci si dovrà liberare elevandosi ad uno stadio superiore di maturità e consapevolezza. Nel mezzo, vi è la foresta, simbolo del caso, del destino, della circostanza che a volte può essere favorevole e altre volte no.
Venerdì 28 ottobre (ore 20:30 – ingresso 5 euro) in scena “Il Cantico Spirituale (Sono io la tua sposa)“, l’ultima produzione della compagnia “Therasia il garage delle arti” di e con Davide Morgagni (aiuto regia Valentina Sciurti). Liberamente tratto dal poemetto di San Juan de la Cruz – San Giovanni della Croce (1542-1591), “dottor estatico”, riformatore e padre della Chiesa (confessore di Santa Teresa), l’adattamento teatrale ruota attorno alla figura della Sposa “divina”, o al rapporto intimo e di unione carnale con il sacro. Vedere il mondo con gli occhi di Dio, strappare il velo al dolce incontro. A partire dall’estasi Teresiana, attraverso le esperienze e le pratiche rituali che da millenni legano le culture orientali e occidentali, si insinua la chiave erotica, al di là dell’erotismo, del Cantico di Morgagni, diviso tra una mistica canonica e un’altra divenuta nei secoli clandestina. Gioco spirituale della luce diafana, gioco oratorio e fonico dei soffi, che della Parola libera la ferita e dell’Immagine poetica ribadisce il silenzio. È mistificazione? È pazzia? Forse l’antico gioco, la lunga partita aperta del Teatro.
Domenica 13 novembre (ore 17:30 – ingresso 3 euro) appuntamento con il teatro per ragazzi e famiglie con “Bartolomeo e Cioppina” della compagnia barese Diaghilev. Deianira Dragone, ovvero Cioppina, e Carmine Basile, Bartolomeo, iniziano a lavorare a questo progetto nel 1999. Da allora lo portano in giro nelle piazze, nelle scuole e nei teatri. Gli spettatori incontreranno il grande giocoliere equilibrista Bartolomeo, un clown bianco esigente e raffinato che desidera mostrare al pubblico le sue abilità, ma che sarà ostacolato in continuazione dai pasticci della sua giovane assistente Cioppina, un clown rosso frizzante e poetico. Lo spettacolo oltre ad essere una dimostrazione di abilità nelle arti circensi (i due si cimentano con palle, birilli, monociclo, sfera di equilibrio, etc.), è una ricerca nel delicato mondo del clown, con le sue conquiste, i suoi errori e la sua instancabile voglia di giocare. In un susseguirsi di gags e situazioni bizzarre gli spe5atori saranno travolti dall’umorismo e dalla simpatia dei protagonisti.
Domenica 20 novembre (ore 17:30 – ingresso 3 euro), sempre per i più piccoli, in scena “Zio Mondo“, nuovo spettacolo del Teatro Le Giravolte. Ludovica Ciardo e Matteo Padula con scenografie, disegni e figure di Amelia Sielo e la regia di Francesco Ferramosca, propongono una fiaba che narra di Nietta, una bambina che diventa triste perchè la mamma è malata e lei ha paura di perderla. Con grande forza d’animo parte in cerca del Fiore Domani che si dice faccia nascere ogni giorno il giorno dopo e poi l’altro ancora e così via. Chiede aiuto a tutto il mondo, il mondo la protegge l’accoglie e alla fine ottiene l’aiuto desiderato. La sua tenacia viene premiata. La Campagna, il Fiume, il Cielo, la Notte, son tutti “zii” (come i bambini chiamano tutti gli adulti quando entrano in empatia): e sarà questa parentela allargata con tutto ciò che è vivo, e l’aiuto di cinque animaletti dai nomi favolosi e bizzarri, che sembrano inventati, a far sì che Nietta trovi il Fiore sul bordo del giorno Domani, giusto in tempo…
Giovedì 24 novembre (ore 20:30 – ingresso 5 euro) la Distilleria De Giorgi accoglierà una nuova replica del fortunato spettacolo “Fimmene!“con Anna Cinzia Villani, Fabio Tolledi, Simonetta Rotundo e Roberta Quarta. Canti di lavoro e d’amore, canti di nostalgia, canti di lotta e desiderio. Da questi canti, nascono i testi poetici scritti da Fabio Tolledi, direttore artistico di Astràgali Teatro, che si intrecciano sonoramente alle melodie che parlano di noi, di antichi gesti, della voce che forte trascorre sulla terra e va verso il cielo, verso il mare. Canti polivocali, canti per più voci e per diversi modi di cantarli ma non solo, come dall’antica tradizione della trasmissione dei saperi attraverso il corpo, il canto, la danza, questi canti portano con sè racconti, aneddoti, ricette di cucina, visioni di un mondo certamente più umano. Un affresco su come le donne vengono raccontate dai canti della tradizione, e su come rappresentino se stessa attraverso il canto. Voci di donne che cantano la parola con grazia, coraggio e ironia e attraversano, cambiando, i tempi.
Mercoledì 30 novembre (ore 20:30 – ingresso 5 euro) spazio a “Le bureau de porc – la stanza del maiale” della Compagnia Porta Cenere di Cosenza. Uno spettacolo realizzato con l’ausilio di video mapping che ha come punto di partenza la fiaba di Barbablù e la sua ossessione nell’uccidere le mogli. La versione del regista e scrittore Natale Filice vuole incantare e infondere le suggestioni insite nel testo, facendo assaporare e vivere le sensazioni e le atmosfere “meravigliose” della fiaba. Ma, allo stesso tempo, pone al centro i conflitti tra contadini e proprietari. Un monologo in cui il narratore, sempre distinto dai personaggi di cui narra, conduce una vera e propria indagine sui fatti accaduti, avvalendosi immagini e suoni. Porta Cenere ha vinto numerosi premi internazionali per il corto “#itsnotfunny – #nonfaridere”, in Cile, Venezuela, Francia, UK.
A dicembre Teatri a sud ospiterà “U Saluni” di Mana Chuma Teatro di Reggio Calabria (4 dicembre), “Arcoiris” di Terrammare Teatro (11 dicembre) e, per concludere, “La zia d’America” di Diaghilev (14 dicembre).
Info: 0832306194 – 3892105991 – teatro@astragali.org