18/02/2020
La mattinata è iniziata tranquillamente. Sveglia, colazione, chiacchierata con i colleghi amici e partenza per un altro giorno di training verso Sarakinado.
Il lavoro intenso e faticoso non lascia troppo spazio per guardarsi l’intorno e questo un po’ forse mi impedisce di godere delle bellezze del luogo.
Ma succede nello spazio di un secondo che questo impedimento muti e volga in direzione opposta.
Succede a volte che nelle sezioni di lavoro si riesca ad aprire una lieve fessura ed emozionarsi, fessura che aperta ti consente di avvicinarti al luogo e alle persone del luogo.
E’ difficile poter spiegare la bellezza del mestiere che sto cercando di imparare, ma se dovessi dirlo con una parola è: la profonda quiete. Quiete che ti prende il cuore e ti scalda tutto il corpo. Quiete che poi mi ha permesso, durante al pausa di lavoro, di conoscere e godermi il luogo.
Ho conosciuto un ragazzo che abita e lavora vicino la nostra sede di lavoro, che come se ci conoscessimo da anni mi ha fatto entrare in casa sua mi ha fatto vedere le sue bestie e conoscere la sua famiglia, mi ha offerto i prodotti della sua terra (Un arancia rossa cresciuta spontanea) e sempre con un sorriso mi ha poi detto “Quando vuoi qualcosa entra e prendi tutto quello che vuoi”
Poco dopo poi, Samuele avendo bisogno di un arancia ha chiesto ad una signora anziana che abitava lì vicino un arancia e lei gli ha riempito una busta di arance.
Non saprei dire se sono stati quei gesti o una mia piccola maturazione, ma ho capito che la condivisione lo spartirsi le cose il donare può avere può avere “effetti curativi” nella sfera emozionale.
Matteo Mele