Suoni Figure di piccoli corpi
muto e improbabile
non lasciava spazio al rancore
vi ho sempre amato
anche ora che scoloro
nel vago – nel minimo
nel banale che mi infiamma
il tempo portava con sé altra luce
io femmina da poco – da sempre –
e di poco conto
conterò i cerchi che si assommano
[ … ] Ogni immagine ha la sua voce. Ogni parola. La voce permette alle parole di essere, di esserci. La voce è un corpo che diviene suono. Depositata negli angoli. Se tendo l’orecchio posso sentire. La voce di ognuno, la voce coro.
È a questo che penso leggendo i testi raccolti nelle pagine che seguono, alle voci che hanno generato e che a loro volta ne hanno permesso il senso profondo, ai corpi che li hanno accolti e che a loro volta li hanno tradotti/ traditi e attraversati fino nelle pieghe più remote, al gesto scenico che hanno dipanato.
“Esiste la possibilità di praticare il teatro come scrittura dei corpi, come corpo della scrittura, come corpo scrittura, come flusso, energia, scambio, processo del processo, come vertigine, in una parola come bordo.
Questa possibilità risiede nel corpo dei corpi, nel femminile, nella terra e nell’acqua dei corpi.
Prendiamo per mano i senti che esplodono, fuggono, rimbalzano in ogni direzione.
La visione non può essere sola, o addirittura frontale, il volto delle cose non può darsi dal miglior punto di vista, l’istante non è unico, continuamente sfugge, accade di continuo qualcosa di fianco.
Muoviamo piccoli, in un luogo qualunque.
Proprio in questo luogo e in un altro.
Muoviamo dai bordi, nelle costruzioni dell’amare”
(tratto dalle note di regia per Nos, l’architettura degli amanti).
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Autore
Fabio Tolledi
Fabio Tolledi sociologo, scrittore e regista teatrale. Dal 1992 è direttore artistico di Astràgali Teatro, con cui ha realizzato spettacoli teatrali e residenze artistiche in molti paesi d’Europa e del Mediterraneo. Per la usa attività finalizzata al dialogo interculturale e...
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