Diario Di Bordo – Genius Loci – Zante
February 14, 2020
La respirazione permette di controllare i movimenti del proprio corpo. È importante mettersi in ascolto della propria fisicità in relazione al movimento, trovare un legame con gli altri e con lo spazio, attraverso uno sguardo attivo, un contatto, un sorriso. Inoltre occorre avere chiara una direzione da seguire, tagliare lo spazio, senza camminare in maniera circolare e automatizzata, cercare di colmare i punti vuoti; durante lo stop, si prende coscienza dello spazio, si mantiene la direzione, si poggia l’intera superficie del piede al pavimento ma conservando l’energia necessaria alla ripartenza.
Infine le voci, un insieme di suoni che s’intrecciano tra loro formando un’unica armonia, grazie all’ascolto di se stessi e degli altri.
February 15, 2020
Sguardo e attitudine mentale: sono questi i concetti chiave sviluppati durante la lezione di oggi.
Dentro e fuori dalla scena bisogna essere sempre presenti, attivi… vivi! Andare oltre al gesto in sé, vivendo veramente il momento, creare l’intenzione giusta da accompagnare al gesto, per non essere delle macchine che eseguono passivamente, dare concretezza e, a tale scopo, cercare connessione con lo spazio a disposizione e i compagni; questa ricerca mentale, nella cultura giapponese, è definita “zanshin” .
Alla fine del training Fabio Tolledi ha chiesto ai ragazzi di cercare tre verbi riguardanti rispettivamente la memoria di un tradimento subito, di un tradimento fatto e infine uno tratto da una delle poesie di Emily Dickinson messe loro a disposizione.
February 16, 2020
La lezione inizia con un intervento di Fabio Tolledi, riguardo alla connessione con la comunità nel teatro, per poi proseguire con l’attvità del Pa Tuan Chin. Si procede poi con la costruzione delle azioni, assistendo a una prima esibizione di ciascun allievo, seguita dalle considerazioni generali da parte di Fabio: lo sguardo rivolto nel vuoto a immaginare qualcosa al posto di sfruttare la presenza di uno spazio concreto e delle persone che lo riempiono, porta a perdere la dimensione reale e organica; durante lo svolgimento dell’azione è necessario porsi due domande fondamentali: “Chi sono?” e “quale azione sto facendo?”, in modo da creare un chiaro percorso tra le proprie emozioni e le azioni; occorre portare se stessi senza fingere di essere qualcun altro.
Infine, ritorna la bellezza del coro di voci, accompagnato non solo dal suono ma da movimento, ascolto, divertimento, coordinazione, intesa ed energia.
February 17, 2020
Per rendere più concreta un’azione si possono utilizzare degli oggetti, dando loro la giusta importanza in scena, e la voce, come se fosse un’azione concreta situata nel corpo. Fabio ha detto che il corpo è come una chitarra: cosi come il corpo di quest’oggetto è un risuonatore che vibra e produce il suono, lo stesso fa il corpo umano che produce il suono della voce e permette di portarlo nelle diverse direzioni.
La caratteristica che non può mancare per rendere l’azione reale è quella di riuscire a portare se stessi, nel gesto e nella parola, anche quando questa ricerca sembra più difficile, si deve connettere l’azione con la propria esperienza di vita.
February 18, 2020
Dopo il training, la lezione procede con le domande riguardanti lo studio delle azioni, e, tra queste, cosa volesse intendere Fabio con l’espressione “aprire il viso”. Il regista ha spiegato che la frase è in riferimento alla relazione tra corpo e mente, cioè quanto l’attitudine del corpo incida su quella della mente, e viceversa; “stare aperti” per non far trasparire un’emozione contrastante con lo stato d’animo legato all’azione.
Come osservatrice esterna ho potuto avere un riscontro con queste parole, notando la differenza, in termini di ritorno emotivo, tra uno sguardo e un corpo aperti, che interagivano con noi spettatori, anche solo per poco, e tra chi invece era perso a cercare qualcosa di astratto nello spazio o era chiuso nel suo mondo, lasciandomi una sensazione di incompiutezza.
Infine, Fabio ha continuato con altre osservazioni: il rischio di rendere l’azione meccanica attraverso l’utilizzo costante di uno stesso registro; trovare la giusta direzione della voce, in modo che sia chiara e che arrivi fino all’ ultima fila del teatro.
February 19, 2020
La mattina del 19 Febbraio si svolgono le prove generali presso il Sarakinado Theater, in preparazione della dimostrazione finale che si sarebbe tenuta di lì a poche ore. Prima di salire sul palco, Fabio raccoglie i ragazzi in un momento di preparazione mentale, facendo leva sull’importanza della concentrazione e della serietà con cui affrontare la giornata, dalle prove fino allo spettacolo.
Si procede con l’organizzazione dello spazio e delle luci, le prove dei passaggi tra un’azione e un’altra; si provano le canzoni, con il suggerimento di Fabio di trasformare il movimento del corpo, dovuto al ritmo, in energia e presenza attiva sul palco.
A questo punto noi ragazzi con il ruolo di spettatori, lasciamo gli attori in un intenso lavoro di concentrazione e preparazione, sia fisica sia mentale, per poi ritrovarci la sera, al momento dello spettacolo.
È stato molto emozionante e interessante assistere al delicato passaggio che c’è tra le prove e l’esibizione finale, avere avuto la possibilità di partecipare all’osservazione della sua costruzione, del suo sviluppo, ed è stato bello trovarsi coinvolti nelle emozioni trasmesse dagli attori e da tutto il team che ha contribuito alla realizzazione del progetto Genius loci.